Come è triste vivere nel Paese dei Panzironi

di TONIO ATTINO

Nel giorno del mio compleanno mi venne in mente il volto di un tipo con gli occhiali, lo sguardo ascetico e i capelli a forma di pagoda. Adriano Panzironi – è lui, il tipo – ha costruito la sua fortuna vendendo in tv il sogno di una lunga vita a chi, disposto a ingurgitare vitamine e integratori secondo una formidabile ricetta (“Life 120”), desideri vivere fino a 120 anni.

Subito dopo Panzironi, mi venne in mente il momento in cui – era accaduto un po’ di tempo prima – decisi di rimettere piede nella città in cui avevo studiato, rivedendo il mio collegio universitario. Per un istante, entrandoci, ebbi l’illusione di ritrovare alla reception il grande Giorgio, un simpatico ragazzone che sopportava allegramente le nostre idiozie studentesche, inclusi i gavettoni. Fu un istante.

Al suo posto c’era invece un signore sconosciuto al quale, dicendo di essere un vecchio studente, chiesi la cortesia di potere fare un giretto. Era sera, mi guardai intorno, scesi per la scala a chiocciola come avevo fatto chissà quante volte in passato e mi ritrovai in quella che noi tutti chiamavano hall. Mi sedetti su una panca, tirai un sospiro, restai in silenzio. D’estate – per noi la stagione del corso estivo e dei gavettoni – non c’era un gran viavai e chiunque passasse di lì poteva guardarmi come un intruso. Lo ero. Ebbi in verità la sensazione che deve provare chi, tornato da una missione spaziale, non trovi più nessuno dei suoi contemporanei, ormai invecchiati o scomparsi. Avete visto il film Interstellar? Ecco.

Il bar era chiuso, anche la mensa, ed ero ormai perfettamente cosciente di non potere incontrare Franz, cioè Franco, un nostro amico, emigrato in Germania con la famiglia e tornato per studiare insieme a un numero indefinito di cugini, tutti provvisti di un divertente slang italo-calabro-tedesco. Dov’era finito mentre ero nello spazio? Una volta gli smontammo i mobili della sua stanza rimontandoli sulla terrazza e mettendoci accanto il cartello: “Franz, residenza estiva”. Ci divertimmo molto, Franz non se la prese. Ecco, ero appena uscito dalla navicella spaziale e non c’era più nulla del mio mondo. Il tempo s’era portato via le facce, le storie, i sorrisi. Non c’erano più Giorgio, Franz, gli amici dell’università. Così quel giorno del mio compleanno pensai: che senso ha vivere fino a 120 anni?

Ora Adriano Panzironi, cinquantaduenne, definito guru delle diete forse per il suo aspetto curiosamente ascetico, è stato condannato dal tribunale di Roma a due anni otto mesi con l’ accusa di esercizio abusivo della professione medica. Nonostante dichiari come unico titolo l’iscrizione all’ordine dei giornalisti, elenco pubblicisti (con la considerazione di cui godono i giornalisti sarebbe già un motivo per diffidarne), Panzironi propone “diete” miracolose vendendone gli “ingredienti” tramite un canale tv del digitale nella trasmissione Life 120 Channel. Sarebbe bastato il titolo della trasmissione per una condanna al ridicolo a vita.

Senza entrare nel merito della vicenda giudiziaria (in basso trovate il link alla notizia pubblicata dall’agenzia Ansa), Panzironi è accusato di avere fatto soldi proponendo e vendendo “diete alimentari” a una bella combriccola di creduloni. Se un tipo ingegnoso con la testa a forma di pagoda decide di vendere sogni il problema forse non è solo lui; è anche chi decide di comprarli. Perché dobbiamo dirci questa verità: il mondo è pieno di polli e di chi vuole vivere fino a 120 anni. Ma per fare cosa?


dall’ANSA

Due anni e otto mesi a Panzironi, il guru delle diete

Adriano Panzironi

Lascia un commento