Generazione Ilva

Il libro racconta la più grande industrializzazione del Mezzogiorno d”Italia attraverso la storia di una generazione, la Generazione Ilva. E’ la storia recente di Taranto, della sua svolta siderurgica e di una terra divenuta deforme, con una fabbrica più grande dell’abitato.

Dove si può trovare una cosa del genere? Dove una fabbrica è più grande della città in cui fu costruita? Dove è avvenuto un miracolo economico di queste proporzioni e sono state tradite tante speranze? Dove – in quale altro luogo vicino o lontano – centinaia di migliaia di persone hanno osservato senza muovere un dito uno stravolgimento così grande?  Generazione Ilva è la storia di una rivoluzione senza precedenti.

C’erano i pescatori, i contadini, i pastori. Poi arrivò l’industria. Sradicò masserie e migliaia di ulivi sostituendoli con duecento ciminiere e con l’acciaieria più grande d’Europa. Negli anni Sessanta una città povera del Sud italiano divenne la più ricca di tutte grazie alla fabbrica dello Stato: l’Italsider. Era la Fiat del Mezzogiorno. Richiamò americani e giapponesi, accolse trentamila lavoratori.  Divenne Ilva, fu privatizzata nel 1995, venduta alla famiglia Riva poi disarcionata dall’inchiesta giudiziaria per disastro ambientale. E ora entrata nella cassaforte di ArcelorMittal, il più grande produttore mondiale di acciaio.

PREMIATO AD AREZZO CON IL CASENTINO
‘Generazione Ilva’ si è aggiudicato nel 2013 il Premio Letterario Casentino ottenendo il premio speciale per la narrativa-saggistica. La giuria del Casentino, uno dei più antichi premi letterari d’Italia, ha conferito il premio speciale a ‘Generazione Ilva’ per l’originalità narrativa con cui Attino ha raccontato un pezzo di storia d’Italia.

In un grido d’amore strozzato si dipana la cronaca dell’illusione di una generazione che ha sperimentato sulla carne il «primato-sciagura» dell’Ilva.

CECILIA MORETTI, CORRIERE DELLA SERA

Nessuno aveva mai narrato così la controversa storia dell’acciaio, mettendo insieme inchiesta e racconto, numeri, fatti e uomini in un tempo compiuto e ancora aperto perché la fine della vicenda Ilva è di là da venire.

FULVIO COLUCCI, LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO