Trump, le mimose in fiore e la passione dell’ex presidente: farsi insultare sui social

La seconda vita di Giovanni Toti dopo le vicende giudiziarie di Genova e la condanna ai lavori socialmente utili

di TONIO ATTINO

Quando i social non esistevano e la parola follower non era ancora nella nostra testa, la vita doveva essere un po’ più triste. Almeno per qualcuno. Probabilmente per Giovanni Toti.

Ricordate Giovanni Toti? Giornalista, ex Mediaset, ex direttore di Studio Aperto, il tg di Italia Uno, poi parlamentare europeo con Forza Italia e presidente della Regione Liguria, disarcionato da un’inchiesta giudiziaria per corruzione, Toti è tornato al giornalismo (scrive su Giornale) e pubblica con una certa frequenza sulla sua pagina Facebook.

Ad oggi, ha oltre 277mila follower, un bel patrimonio di seguaci ai quali sottopone i suoi post. In uno degli ultimi (26 febbraio 2025), riferendosi al video creato con l’intelligenza artificiale in cui il presidente americano Trump immagina di trasformare la striscia di Gaza distrutta dai bombardamenti in un paradiso turistico, Toti considera l’idea apprezzabile: “Può apparire follia – scrive – ma dove si investe, dove c’è lavoro, e sarebbero molte decine di migliaia di posti di lavoro, anche la vita riacquista speranza. E la violenza non resta l’unica possibilità di riscatto”. Seguono un migliaio di commenti, in grande parte di questo tenore: “Lei è un essere privo di coscienza”, “lei è semplicemente indecente”, “ma si vergogni!”, “mamma mia che schifo”, “vergognati”, “sei un uomo spaventoso”.

Di commenti se ne contano invece quasi 12mila sotto il post corredato di una foto in cui Toti osserva con sguardo un po’ strabico lo smartphone per un significativo selfie al quale ha aggiunto un pizzico di poesia: “La mimosa in giardino è fiorita e bellissima! Il Festival di Sanremo è passato (ed ha vinto un ragazzo bravissimo di Genova). La primavera sta ufficialmente arrivando. Buona domenica”. L’ha pubblicato domenica 16 febbraio. Ne è seguita una gragnuola di insulti, una pittoresca tarantella di “buona domenica sperando presto di vederti al fresco”, “e pensare che dovrebbe stare in galera..”, “lavora, pregiudicato”, “dalle sbarre la dovevi vedere la mimosa!”, “ma i socialmente utili come vanno?”. Ecco, tre giorni dopo Toti si è presentato nella sede genovese della Lilt, la lega italiana per la lotta ai tumori, poiché, concordandola con i pubblici ministeri che l’avevano messo sotto inchiesta, ha convertito una condanna a due anni e tre mesi in 1.620 ore di lavori socialmente utili.

E’ stupefacente osservare come un uomo uscito un po’ ammaccato da una strabiliante carriera politica frequenti con così tanta autolesionista passione Facebook, ormai considerato un social per persone un po’ attempate ma sempre disponibili a discettare sull’universo o a insultare chi discetta sull’universo, trovando però – gli uni e gli altri – qualche insensato motivo di interesse.

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