di TONIO ATTINO
Pensavamo che il professor Roberto Burioni, virologo, fosse un illuminista e, in nome della scienza, un avversario dei “no vax” (i contrari ai vaccini) . Invece, in nome della scienza, avversa semplicemente chi non la pensa come lui. Benché non avesse previsto gli sfracelli in arrivo con l’epidemia di Coronavirus ma l’esatto contrario (“In Italia il coronavirus non circola. Il rischio contagio è zero” ha detto il 2 febbraio, e oggi 21 aprile si contano in Italia 24.648 morti), Burioni continua quotidianamente a spiegare la scienza perfino ai suoi colleghi. Sarebbe una questione tra scienziati se Burioni non fosse ormai un personaggio pubblico al quale gli italiani affidano la comprensione del fenomeno.
Assiduo frequentatore di Twitter e ospite fisso della trasmissione tv “Che tempo che fa” condotta da Fabio Fazio (Rai 2), il 23 febbraio Burioni, non gradendone le opinioni, ha dato della “signora” a Maria Rita Gismondo, responsabile del laboratorio dell’ospedale Sacco di Milano, quindi una sua collega. Poi ha provato a scusarsi (“è stata una frase sfortunata”), il che non gli ha impedito di fare peggio con il professor Giulio Tarro, virologo, primario emerito dell’ospedale Cotugno di Napoli e – secondo i suoi estimatori – per due volte candidato al Nobel. Per niente concorde con la tesi secondo cui il Coronavirus svanirà con l’estate, Burioni ha affermato che “Tarro è stato candidato al Nobel quanto io a Miss Italia”. Ne ha ottenuto una fulminea reazione del collega (“Burioni pensi a fare solo le passerelle come Miss Italia, ma senza aprire bocca”) quanto l’immediato sostegno del professor Massimo Galli, primario di Malattie infettive all’Ospedale Sacco di Milano: “Senza offesa per l’anziano collega, non ci sono basi scientifiche per prevedere che il virus sparirà in estate”.
Il professor Galli, solo per ricordare, è il medico che il 10 febbraio (otto giorni dopo Burioni) aveva sostenuto l’assenza di pericolo per il Coronavirus (“la malattia da noi difficilmente potrà diffondersi”) e che il 17 marzo, durante la trasmissione tv “Carta bianca” condotta da Bianca Berlinguer, ha liquidato il collega Paolo Ascierto, direttore dell’unità di Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell’istituto tumori Pascale di Napoli, come un ragazzino un po’ scorretto che si è appropriato di una terapia con l’uso del farmaco anti artrite reumatoide Tocilizumab già sperimentata altrove.
Entrambi, Burioni e Galli, hanno in comune l’iscrizione – corporazione nella corporazione – al Patto Trasversale per la Scienza, associazione che conta (dato del 15 aprile) 6224 aderenti. Benché Burioni abbia sostenuto in passato che la scienza non è democratica (chi sa sa, chi non sa non sa) il club degli scienziati è aperto illuministicamente a tutti, anche impiegati, bancari, studenti. C’è perfino Beppe Grillo, garante del Movimento Cinquestelle e teorico dei “no vax”.
Tutto qua, per il momento. I virologi – abbiamo capito – vanno presi con cautela. Ma purtroppo non è finita. Quando la pandemia si sarà tolta dai piedi e dovremo cominciare a occuparci delle macerie in cui avrà lasciato il sistema economico, sarà il turno – in tv, sul web, su twitter – degli economisti.
Applausi👏🏻👏🏻
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Grazie Laura.
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Forse perché lavorano Giulio Tarro e Paolo Ascierto lavorano a Napoli? Meno male che ora ogi tanto appare una tarantina, Antonella Viola, che, quelle poche volte che viene intervistata il collega che le ha fatto le domande conclude sempre “finalmente una che parla chiaro e fa capire quel che dice” (Rai Radio 2 di ieri in “Non è un paese per giovani” che si può recuperare su RaiPlay.
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Grazie Rocco per la segnalazione.
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