Anche La Prealpina celebra la figura di Franco Sebastio. A Gallarate cominciò la sua storia di magistrato

La storia di magistrato per Franco Sebastio cominciò da pretore a Gallarate. E adesso il quotidiano La Prealpina di Varese, con la sua caporedattrice Rosi Brandi, ne ricorda la figura. Franco Sebastio è scomparso il 10 gennaio scorso. E Rosi ricorda come la sua parabola giudiziaria cominciò curiosamente a Varese, la terra della famiglia Riva (i Riva sono di Malnate) che Sebastio mise sotto inchiesta nel 2012.

La pretura di Gallarate non esiste più, cancellata da una delle tante riforme sulla giustizia, ma non si può dimenticare il giovane magistrato pugliese che frequentò quelle aule all’inizio della carriera negli anni Sessanta prima di diventare un simbolo della lotta all’inquinamento industriale: Franco Sebastio, l’ex procuratore capo di Taranto morto a 80 anni dopo una lunga malattia, fu pretore nella Città dei Due Galli. La trasferta non durò un periodo lunghissimo ma probabilmente fu qui, nella provincia di Varese allora ricca d’industrie e di opportunità, che Sebastio fece i conti con un dilemma in quegli anni di boom economico sempre più incalzante: viene prima la salute del lavoratore o lo stipendio? Uomo gentile ma inflessibile nella sua missione giudiziaria, il magistrato è stato ucciso da un tumore e questo epilogo ha un sapore amaro perché negli ultimi vent’anni aveva concentrato le sue forze proprio a rendere giustizia alle migliaia di adulti e bambini ammalatisi o morti per aver respirato l’aria “arancione” di Taranto, l’unica colonia di Sparta fuori dalla Grecia, dove nel 1961 si insediò la più grande acciaieria d’Europa. L’Italsider. Poi Ilva. Uno dei più gravi disastri sanitari ambientali della storia italiana ed europea: ai tempi della lunga e controversa inchiesta “Ambiente svenduto”, avviata nel 2012, i periti della Procura calcolarono che in sette anni erano morte 11.550 persone, soprattutto per cause cardiovascolari e respiratorie. Il caso ha voluto che Sebastio si ricongiungesse all’esperienza in terra prealpina, essendo lui il capo dei pool di inquirenti che portò alla sbarra la potente famiglia Riva di Malnate, proprietaria dell’impianto siderurgico dopo la privatizzazione nel 1995. Disastro colposo e doloso, fra i reati. Da giovane pretore a Gallarate non avrebbe mai immaginato che un giorno avrebbe osato tanto.

da La Prealpina, 15 gennaio 2023

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